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Da "Il Piccolo" di giovedì 12 dicembre 2002

"Quei 660 nomi, una testimonianza di verità"

Presentato alla Biblioteca statale isontina, a cura dell'Associazione Venezia Giulia, "Infoibati", il volume realizzato da Guido Rumici

"A Gorizia ci sono 660 nomi scolpiti sul lapidario dei deportati. Lasciarli alle spalle sarebbe come chiedere agli ebrei di dimenticare l'Olocausto, anche perchè oggi più che mai bisogna far conoscere la verità alle nuove generazioni".
Sono queste le parole con cui Edo Apollonio ha presentato "Infoibati", l'ultima fatica editoriale di Guido Rumici. L'incontro, organizzato dall'associazione Venezia Giulia alla Biblioteca statale isontina, è stato l'occasione per riflettere ancora una volta su una delle pagine più tragiche della storia del nostro territorio, ribadendo l'importanza della memoria.
A parlare del volume è stato Fulvio Salimbeni, docente di Storia moderna e contemporanea all'Università di Udine. "Il titolo non rende giustizia al lavoro compiuto da Rumici. Fa pensare infatti a un arido elenco di nomi e di luoghi, e invece questa pubblicazione è uno strumento di consultazione molto valido, scritto in forma chiara e discorsiva" ha spiegato il docente. E soffermandosi sul contenuto del libro, ne ha apprezzato la volontà di stimolare la riflessione, e non di archiviare il discorso: "L'autore riprende una tragedia contestualizzandola, cominciando dal '41 e arrivando fino al '47. Il libro si colloca in una duplice prospettiva: da un lato permette di ripensare la Seconda Guerra mondiale, dall'altro fonda il dibattito sulle foibe su dati certi".
E secondo Salimbeni si tratta anche di un volume il cui valore è molto attuale: "Il momento è il più adatto, dato che anche oltre confine si comincia a ricostruire le responsabilità e a far cadere le barriere, per cui la pubblicazione rientra nelle iniziative per superare le diatribe. Rumici non pretende di portare delle rivelazioni sensazionali, ma si riferisce a molti contributi degli ultimi 50 anni. Quando ci si occupa di storia è sempre sbagliato pretendere di chiudere in discorso, perchè bisogna tenere presente che ci possono essere nuovi aggiornamenti e nuove letture".
Alla presentazione è intervenuto anche Gaetano Valenti, in qualità di presidente del sodalizio promotore: "Non dobbiamo permettere che la verità sulle nostre terre sia cancellata. Il libro parla di una realtà vissuta, è lo spaccato di una storia che deve essere insegnamento per noi, per aiutarci ad avere una mentalità aperta in vista della nuova Europa".

Francesca Santoro

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